La sclerosi multipla è ritenuta una malattia multifattoriale, cioè causata da vari fattori. Esistono varie teorie riguardo le cause scatenanti della SM, alcune più condivise, altre meno, ma comunque nessuna è esaustiva alla domanda posta alla base: perchè viene la sclerosi multipla?
La SM rientra nelle malattie autoimmuni, e come altri morbi di questa categoria sono un’incognita sul piano medico/scientifico. Tra le varie ipotesi formulate, una delle più probabili si basa sull’esistenza di una predisposizione ereditaria che si concretizza nella malattia nel momento in cui intervengono fattori scatenanti quali, ad esempio, agenti chimici, virus, batteri o raggi UV.
Tra i fattori che possono favorire l’insorgenza di queste malattie si possono indicare:
Proviamo ad approfondire questi fattori
L’ambiente in cui si vive e l’etnia di appartenenza risultano statisticamente considerevoli: mediante studi epidemiologici e demografici è stata riscontrata una concentrazione più incisiva di casi di SM nelle zone a clima più temperato, come ad esempio il continente europeo, e che la percentuale di malati di SM di origine caucasica è più elevata rispetto a quella delle altre etnie. Recenti rilevamenti hanno anche constatato una correlazione della malattia con la latitudine: la sclerosi multipla sembrerebbe essere più frequente nell’emisfero boreale, al nord del globo, mentre si nota una riduzione della percentuale di casi nelle zone prossime all’equatore. Questo sembrerebbe essere legato al fattore di esposizione al sole: una ricerca effettuata dalla studiosa Helen Tremlett e la sua squadra, pubblicata nel 2018, ha dimostrato che vivere in un’area a maggiore intensità di esposizione ai raggi solari abbassa il rischio di sviluppare la sclerosi multipla. Vi sono anche prove crescenti che la mancanza di vitamina D, la vitamina che appunto ricaviamo attraverso l’esposizione alla luca solare, possa essere correlata all’aumento del rischio di sviluppare la SM.
Parlare di predisposizione genetica non va confuso con il concetto di trasmissione ereditaria: la SM non è una malattia ereditaria, cioè non è una questione di trasmissione cromosomica quanto piuttosto l’avere un assetto genetico complessivo che favorisca l’innesco di questa sindrome.
Da un lato è vero che vari studi epidemiologici hanno riscontrato una maggiore frequenza della patologia in componenti dello stesso nucleo familiare, ma non così alta da assoggettarne le origini al fattore ereditario: figli, fratelli o sorelle di persone con SM presentano una percentuale di rischio maggiore di sviluppare la malattia abbastanza esigua (3-5%) rispetto agli individui che non hanno casi in famiglia.
L’esclusione del fattore ereditario si chiarisce per esempio attraverso lo studio dei gemelli: mentre nei gemelli omozigoti, che condividono lo stesso corredo genetico, l’aumento del rischio di malattia è di circa il 30%; nei gemelli eterozigoti (cioè con patrimonio genetico non identico) la probabilità si limita attorno al 4%. Questo conferma che la SM non è una malattia genetica in senso stretto.
In quest’ottica alcuni geni sono stati collegati alla SM ed individuati come indicativi di questa predisposizione: si tratta di geni che influenzano i componenti specifici del sistema immunitario. Gli studi sui geni della SM sono molto importanti, la loro scoperta potrebbe fornire delucidazioni su quali meccanismi biologici influenzano la malattia. Ciò consentirà una migliore comprensione delle cause della SM e dello sviluppo di nuovi approcci alla cura e alla prevenzione.
Il fumo nuoce alla salute. Ma questo è abbastanza risaputo. L’abitudine di consumare sigarette è già stata assodata come causa primaria per disordini quali cancro ai polmoni, malattie cardiache, infezioni varie. Non è dunque inaspettato che il fumo abbia colpe e ripercussioni anche per quanto riguarda la sclerosi multipla.
La distribuzione globale della sclerosi multipla è stata molto utile per delineare ed individuare alcuni dei fattori caratteristici di questa malattia. A partire da questi studi epidemiologici si è giunti alla creazione di database di collaborazione internazionale finalizzati appunto a innescare la condivisione delle informazioni sulla MS, partendo dal concetto che un’informazione, un’esperienza, un episodio, insomma una propria potrebbe beneficiare qualcun altro dall’altra parte del mondo.
Un numero crescente di organizzazioni SM, organizzazioni di pazienti, ospedali e governi stanno riconoscendo il valore di raccolta di questi dati per creare registri MS.
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